21/07/2012 ROMA. La mitica squadra slalom del Canoa Club parte per Roma venerdì alle 13,30. L’arrivo per le 17,20 al camping Flaminio in via Flaminia (è ovvio) ci dice che in autostrada non c’era traffico. Il montaggio tende in 30" ci fa invece capire che le tende molto probabilmente erano quelle di Decathlon.
La vista della capitale, l’aria dei sette colli, ha fatto piangere tutti dalla gioia. Però è accaduto nella piscina del campeggio e, forse, quelle lacrime dipendevano dal cloro in eccesso. Vallo a sapere. Si avvicina le sera e si sceglie il miglior ristorante della capitale, da Beppe & Genovesi, con un menu raffinato e sopraffino: penne alla
romana e carne bianca alla Peter Pan (???). L’entità del conto e i gusti indimenticabili hanno di nuovo fatto piangere la squadra.
Alle 20,02, come da orario previsto, e con la tipica puntualità romana, il trenino in stazione non c’era. Ma è stato fatto per il bene dei nostri atleti bolognesi: se quel treno fosse partito alle 20,02 esatte, si sarebbero illusi di essere arrivati in una città normale. Per educarli bene bene, le corse saltate sono state tre, e così, già in parte vaccinati, i nostri sono riusciti ad imbarcarsi alle 21. Da Bologna a Roma, dal Flaminio al cuore della capitale, l’impatto è stato forte.
L’attenzione per i monumenti e la storia è stato preponderante durante la gita dentro porta, ma le distrazioni non sono mancate: c’erano molte ragazze (incredibile!), e per raffreddare gli ardori dei nostri è stato poi necessario ricorrere all’assunzione di parecchi gelati. Sabato in una atmosfera pre-olimpica è iniziata la gara di discesa sprint. Una novità per i nostri slalomisti che, in ogni caso, hanno saputo tener testa alla situazione e fare una buona figura. Beppe e Geno, i coaches, si sono trasformati in maghi della logistica, gestendo complicati cambi di numero di gara, e inverosimili scambi di materiali. Anche il mago Silvan è rimasto estasiato da tanta destrezza, e ha chiesto di poter venire a Bologna, per conoscere i trucchi degli allenatori-maghi.
Come aveva previsto anche l’addetto stampa del Canoa Club, il Tevere era zozzo. E che ti vuoi aspettare? Rifiuti, lattine, vetri e altre amenità, ci dicono di come venga stressato e rovinato uno dei più bei fiumi d’Italia. Comunque sia, tra qualche canoa prestata e la squalifica di un nostro atleta, salito in barca scalzo (ian fat ban, detto in latino emiliano), siamo riusciti ad andare sul podio anche in discesa… Che la canoa sia uno sport d’elite ci è stato confermato dall’assenza assoluta di pubblico. Forse i romani non volevano turbare la concentrazione degli atleti e, per questo, evitavano anche di affacciarsi da Ponte Milvio, dove invece si dilettano numerosi nel serrare lucchetti per suggellare amori più o meno adolescenziali. Alla sera arrivano altri atleti e se va a magnà la pizza.
Intanto oscure forze legate all’eversione, e al separatismo padano lavorano per allontanare l’ipotesi di un gemellaggio tra Roma e Bologna. Con perfetta scelta di tempo e luogo, mentre i nostri ragazzi recuperano le energie in trattoria, in prossimità del Circo Massimo, i ladroni separatisti si fregano dal furgone 2 borse da canoa, lo zaino di Beppe, il borsello di Davide. La Digos pensa siano stati i bossiani romanisti che, in crisi con Maroni, con il partito e con la loro identità, fanno quello che possono per dividere il paese. Domenica, così bene alleggeriti, i nostri canoisti non potevano non far bene. Slalom, in otto con un C1, e tutte le partenze nel giro di 15 minuti. Neanche la magia poteva qualcosa. Sono ricorsi al prestito, o se preferite alla divisione dei pani e dei pesci con altre società, e tutti han fatto la gara. Insomma alla fine in 10 sul podio, ma il sindaco Alemanno non si è presentato per non disturbare. Alle 16 la nostalgia di Bologna si fa insopportabile. Alle 19,30 la magica squadra del Canoa Club era di nuovo sulle rive del Reno.
Mario De Pasquale (Addetto stampa del CC Bologna)
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