Sono state due giornate campali… di quelle dense, lunghe e brodose, da vivere ed assaporare intensamente, due giornate stile CCBo!

Sul Fronte Orientale, Capitan Moreno, con una mezza centuria di arditi, ha conquistato le rive del mare nostrum. Sfruttando abilmente le mimetizzazioni offerte dai canali e dai canneti del Delta, i nostri hanno disceso il grande fiume Po, per giungere indisturbati e senza colpo ferire sulle rive dell’Adriatico, dove hanno piantato il vessillo del fior d’acqua… Il prossimo obiettivo è là di fronte, le coste croate ci attendono e l’attacco è previsto per il ponte dal 25 aprile al 1 maggio! Riusciranno i nostri eroi a riconquistare Dalmatia e Illyrucum e a spingersi sino in Pannonia, al fine di ricostituire il limes danubiano, per respingere gli attacchi di Quadi e Marcomanni?

Sul posto, in avamposto e come testa di ponte, si è offerto volontario a rimanere l’indomito Daniele Fattori, che ha il fondamentale e strategico compito di tracciare la rotta più breve per raggiungere le rive slave.

Si è distinto in fureria il Caporalmaggiore Dalla, che ha sfamato la truppa con rancio ottimo e abbondante: sabato sera un salmone da 10 kg. cotto alla piastra (dato l’esiguo contributo richiesto, qualche malalingua ha insinuato l’odioso sospetto che si trattasse di un pesce gatto africano, date le dimensioni, acquistato a Comacchio, al quale erano stati tagliati i baffi e data una mano di vernice. Disfattisti!).

Le truppe sono rientrate domenica sera, onuste di gloria.

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Nel frattempo, sul Fronte Occidentale, il grosso del CCBo (nel senso del numero e non del peso di un unico individuo) affrontava una turba scatenata di 26 squadre, provenienti dalle provincie più disparate dell’Impero: due forti manipoli dall’Elvetia, uno dalla Gallia e persino uno di Goti, giunto dalle lontane terre barbare del Nord.

Le truppe, abilmente guidate dal Comandante Zannoni, superbamente coadiuvato dai suoi luogotenenti (Jack e Lella, radar e telecomunicazioni, Guido, approvvigionamenti e salmerie, Carlo Alberto, reclutamento, Brizi e Jimmy, tattica e strategia, Paolina, Roberta, Alessia, Valeria, Luca, rilevamento dati), riuscivano anche quest’anno ad uscire con successo da un susseguirsi di ben 110 scontri diretti e incrociati tra i vari contendenti.

Per due giorni, dall’alba al tramonto, ai laghi del Pescatore, adusi solo allo sciabordio del pescato che scivola nei guadini e ai moccoli e alle battute dei pescatori locali, sono risuonate le urla belluine dei partecipanti (Fallo!!!!Ehi referee… Io??? Ma no che non faccio ostruzione, Questo è r i g o r e! Come no!!!??? Intervento di pagaia… ma se ero fermo, arbitrooooo! Mò ie mollo ‘na pizza… n° 6, Verde! Macchè stai a parlà, mettila abbotte! n° 6, Giallo! Mo scendo e me fai vedè che omo sei! N° 6 Rosso!!!! Di che libero comune era l’arbitro? Ah, gigliato, bene e mò annamo a piscià sulle carrozze dei Medici!) il clangore delle pagaie e i cozzi delle imbarcazioni, l’un contro l’altra armate.

Nonostante l’evidente inferiorità numerica, le truppe d’assalto del Comandante Zannoni respingevano con successo tutti gli attacchi e i tentativi di sabotaggio perpetrati dai guastatori delle varie compagini.

Tra gli attentati particolarmente pericolosi ricordiamo il tentativo, quasi riuscito, di mettere fuori uso le latrine maschili, quello del Goto che, collegando la pistola scalda candelette all’impianto centrale, ha interrotto il flusso di energia elettrica e quindi delle vitali comunicazioni tra la linea di fuoco sul pontile e la centrale operativa nelle retrovie. Per non parlare poi dei tank indebitamente parcheggiati nell’area riservata alla ristorazione, che hanno scatenato le ire della bianco crinita divinità locale. Furia ulteriormente alimentata da un tentativo di invasione dell’area sacra dei laghetti da parte di una squadra di maramaldi, che scavalcava la recinzione… Sacrilegio!!!!!

Purtroppo neanche il sacrificio di alcuni giovanetti e giovanette, che ripulivano tutto il sacro suolo circostante il ristorante, pettinavano l’erba dei prati tutta in senso orario, rifinendole l’altezza con forbici da unghie e cospargevano di petali di rosa l’accesso al pronao della pizzeria, sarebbe servito a placare l’iracondo nume, ritiratosi poi in uno sdegnato ed aventiniano silenzio.

Anche la campagna (militare, non le coltivazioni) di Anzola ha visto il successo delle nostre armate, anch’esse rientrate alla base la domenica in serata (gli Elvezi, notoriamente neutrali, si sono complimentati con un; “Krante organizzazionen” - pronunciare con voce bassa e gutturale).

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 Ma un'altra ben più perigliosa ed ardua impresa attende i nostri eroi: il fine settimana della Gara del Reno…

Il castrum di Casalecchio sarà infatti preso d’assalto da una torma scatenata di slalomisti assetati di vittoria e, soprattutto, affamati da mesi di digiuno propiziatorio a questo avvenimento.

Tutto il Club è mobilitato, le truppe di Capitan Moreno e del Comandante Zannoni si sono ricongiunte: alcune perdite e defezioni si sono registrate, ma si è trattato solo di pochi mercenari e Lanzi di ventura che han disertato.

La Protezione Civile è allertata, la Guarda Nazionale mobilitata, i riservisti sono stati tutti richiamati e, in prima linea, non mancheranno donne a bambini che si immoleranno anche loro nel tentativo di respingere l’assalto dei famelici dalle agili canoe a suon di: salsiccia e fagioli e polpette in umido con patate a mitraglia, cannonate di cipolla e pancetta alla griglia, bordate di pane ed affettato, fossati difensivi pieni di pasta alla matriciana bollente, lancio di uova fritte e sode, mentre dai bastioni del deposito, verseranno sulle orde nemiche muller thurgau gelato e malbek a temperatura ambiente (è un rosso)…

Si sentirà la mancanza di Paolone, eroe di tante gare del Reno, che in passato riusciva, quasi da solo, a tener testa agli invasori, facendosi scudo con la griglia e colpendoli con gavette di salsiccia, braciole di coppone e le mortali fette di pancetta arrostite, taglienti come rasoi.

I sacrifici e gli atti di eroismo si sprecheranno, novelli Enrico Toti lanceranno le loro grucce verso il nemico, saran giornate di vera gloria!

Muti passaron quella notte i fanti, tacere bisognava e andare avanti.

S'udiva intanto dalle amate sponde sommesso e lieve il tripudiar de l'onde.

Era un presagio dolce e lusinghiero.

il Reno mormorò: "Non passa lo straniero!

Nel frattempo, tra Comacchio e Marina di Ravenna, Daniele Fattori, tamburino sardo o piccola vedetta lombarda di deamicisiana memoria, esplora nottetempo la costa sulla sua Taifun gialla (nascondendosi di giorno nei casoni di pescatori e nutrendosi di molluschi bivalvi crudi ed alghe), dotato solo di luce chimica (residuo bellico dell’ultima notturna su Po) e di GPS made in Cina e quindi tarato sul territorio del Celeste Impero... che gli fatto sorgere un enorme dubbio: Ma perché mi segnala la Grande Muraglia Cinese a Casalborsetti…

Anonimous aka Guido Fawkes 

 

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