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Pubblicato: 18 Aprile 2013
Autori Vari
Chi pensava che il club fosse solo coacervo di lotte intestine e di lavori faronici e’ accontentato. Ecco le
risposte del popolo CCBo. Basta un weekend di pioggia e tutto rifiorisce. La passione della canoa ritorna
prepotente e si beve d’un fiato un finesettimana sparso tra Santerno, Reno e Leo. Un weekend che puo’
essere arma di persuasione di massa e che potete gustarvi nei racconti che seguono. Grazie a tutti i ns
reporter.
SANTERNO (PALMINO)
Improvvisazione del venerdì sera: 3 telefonate e una decina di sms per creare un mini gruppetto di 6 persone per togliere la ruggine dalle mie (e non solo) articolazioni e per spolverare il mio kayak. Si opta per un Santerno, ma da subito l'idrometro mi suggeriva che le gole erano vagamente imballate d'acqua per il mio livello fisico (e mentale). Optiamo per un insolito tratto con imbarco allo sbarco delle gole e sbarco sotto il ponte "degli alitosi" a Castel del rio che per me era una prima volta.
Ritrovo alle 10 senza Max Venturi, che preferisce dedicarsi al figlio, e senza Francesca che, avendo fatto il Santerno ieri, oggi preferisce un Limentra.
Siamo io, Jonny, Marco Toselli e il Conte, pronti ad affrontare un Santerno imballato d'acqua, con qualche preoccupazione per il livello di preparazione, ma con le idee chiare sull'indirizzo della faina! Un rapido controllo alla meravigliosa cascata di Moraduccio che scarica acqua mista a qualche masso ci imbarchiamo e affrontiamo questo insolito tratto accompagnati da un timido sole.
TRANQUILLO, MA NON TROPPO: bellissimi treni di ondone alte un paio di metri con l'icognita di cosa vi si celasse dietro, tanti buconi evitabili (e da eviatre) e qualche manovra, accompagnati dalla tensione del "mai fatto" e del "mi ricorderò cosa devo fare al momento giusto?" Un paio di sequenze di appoggi estremi dovuti alla ruggine, ma davvero un bel tratto con la tanta acqua di oggi!
Allo sbarco consueta visita alla faina (con prezzi insolitamente alti) e tutti a casa col sorriso!
Grazie a tutti!
Palmino
RENO (GUIDO)
Si è svolta con successo la prima uscita ufficiale dell'anno del Club, la Panarata, ovvero la due giorni di discesa del Panaro con bivacco serale in riva la fiume.
Discreta la partecipazione alle discese in canoa, eccezionale la presenza di soci al bivacco!
L'unico neo è che… non siamo andati sul Panaro.
Previsioni incerte, pioggia e schiarite, idrometri inaffidabili (Ehi, il Panaro è a 70/80 m3!!! No, mettine in conto almeno il doppio), mal di schiena, caviglie gonfie per mancanza di diuretici, cani che non si sa dove metterli, PdF che appaiono e scoparono (il verbo esatto è scompaiono - "scoparono" è evidentemente dovuto ad una correzione del computer - l'autore ha chiesto di lasciare il refuso, che piega la successiva facezia di Carlo "malpensante" Alberto) eteree ed evanescenti, tutti i corsi di canoa in fiume… insomma il classico week end CCBo, pieno di incognite, ma anche di sorprese!
Sabato si è quindi ripiegato su un classico Reno sui 200 m3, da Castello de' Rossi al Club.
Facile, sì, però psicologicamente impegnativo per gli inesperti e gli insicuri: si parte sotto uno stramazzo di 7/8 metro murato di acqua marrone, sembra una parete di fango, rive quasi inaccessibili, alberi e arbusti in acqua (forse il problema più grosso), poche morte, acqua che corre veloce, ma in linea di massima piatta, salvo qualche treno d'onde. Però se vai a mollo ti peschiamo al Lido di Spina! Una cavalcata insomma, se si lavora un po', in un'oretta, un'oretta e mezza si arriva al Club, scendi, fai la doccia… una crema!
Pensa aver avuto vicino alla sede un fiume sempre con le rapide.
E domenica? Bis. Sì, lo so che è un po' noioso ma, sapete, l'età, la pigrizia che ne deriva, la ruggine (quanti mesi è che non vado in canoa???), qualche principiante da accompagnare, le caviglie gonfie. Dopo un'ora di cazzeggio spinto, con Moreno che proponeva in sequenza il Setta, il Leo, l'Idice e poi di nuovo il Panaro, i corsi che andavano sul Vergatello (mo cus'el?), siamo partiti per l'imbarco. Un bel sole (anche sabato è spuntato e la temperatura era sopra la media, o almeno è parsa così a me che ho lavorato duro a club tutta mattina), recuperato assicurato, cosa vuoi di + dalla vita.
All'imbarco un po' di tensione serpeggia… sarà la presenza della Bignozzi (è in grado, abbiamo fatto bene a portarla, gli interrogativi mi nascono spontanei), saranno le caviglie gonfie, sarà la partenza su una raschiera, con alberi e arbusti lì ad attenderti, quelle due o tre onde non proprio piccole e un po' di traverso subito dopo. La gente ammucchia le chiacchiere, come ama dire il Magrone, e si parte, la raschierà + di tanto non mi impiccia, gli arbusti non mi prendono, le onde sono solo ondine e sono divertenti, sento l'acqua che scorre sotto lo scafo… come per magia sono di nuovo in canoa e tutto viene spontaneo, è come andare in bicicletta! Il sole scalda, la Bignozzi parte e mi attacco a lei, poche info: prendi la cresta dell'onda con la pala, spingi e tira, barca piatta, senti l'acqua sulla pala… non va male, sono 2 mesi che pratica il nostro sport, deve crescere, ma ha delle potenzialità, va guidata, il gesto è ancora meccanico e non perfetto ma abbastanza efficace, ha un bell'equilibrio.
Fai le trottole, Rita, fai le trottole.
Ma ci sono le onde, la corrente!!
Fai te trottole, Rita, fai le trottole.
Poi consigli vari, traghetti, traghetti in discesa, entrate in morta e corrente, la solita zuppa insomma, ma senza troppo insistere, la tecnica va bene, ma uno deve anche rilassarsi.
Si arriva al Club.
E giusto l'ora di pranzo e, come tradizione vuole, al Club, tutto o quasi, finisce a pretzel und wein (google non mi traduce tarallucci), come afferma WizMik Dalla, uno dei massimi interpreti mondiali della cucina "povera".
E visto che tra un po' arrivano gli allievi dei corsi dal Vergatello (mo cus'el?), prepariamo anche per loro… ratatouile, salsiccia, coppone e pollo alla griglia, colomba prepasquale, vino, caffè e coperto 5 euro.
Si pranza all'aperto sotto un bel sole, tutti assieme, gran bel finale della Panarata!
L'unico neo è che… non siamo andati sul Panaro.
E forse più che una Panarata è stata una spaghettata (tonno e cipolla) sabato e una salsicciata domenica… ma sempre 'ata è stata e in canoa ci si è andati per 2 gg.
Peccato per chi non c'era….
Guido, che se la cava ancora sul 2° grado
PS
Per chi non sapesse Friedrich Hölderlin fu un poeta tedesco, considerato tra i più grandi della letteratura mondiale.
Non è cultura, è solo Wikipedia, però sono curioso.
E tra le sue citazioni ho trovato questa, che mi è piaciuta molto
"Un dio è l'uomo quando sogna, un mendicante quando riflette"
Quindi, meno timonate e più istinto!
LEO (CARLO ALBERTO)
Nel frattempo...
sapevamo che rinunciare alla panarata avrebbe significato una lunga serie di rinunce collegate: ai manicaretti preparati da Mike in primis, alle limacciose acque del Reno, alla compagnia dei fiorellini e delle new entry dei corsi. Magari non pensavamo di perderci le performance erotiche eteree ed evanescenti delle PDF, ma se lo dice Guido si vede che è vero... :)
In compenso, sotto l'alto patrocinio di Michele Gorgati (che ha immediatamente rimosso il numero di telefono di Valerio dalla rubrica del cell) si è svolta per i patiti dell'acqua mossa la discesa del Leo, dal mulino alla confluenza, con livello decisamente più alto di quello al quale sono abituati i membri del Canoa Club Fiumi Secchi.
Tra defezioni dell'ultimo momento ("io vi faccio recupero") e qualche esitazione si parte. 14 gli iscritti alla partenza, più o meno gli stessi alla fine, con i modenesi in fuga e la rappresentanza ferrarese ancor meno abituata di noi a galleggiare tra i marosi. La rapida iniziale miete subito le prime vittime, ovviamente a farne le spese sono le uniche canoe gialle della spedizione, a conferma, se ce ne fosse bisogno, della maledizione che aleggia sulle stesse. A chi non ci crede gli farò vedere i miei video dell'Ardeche...
Torniamo al Leo, lunghi treni di onde intervallati da qualche bagno (ma non troverete in queste righe i nomi dei nuotatori, son mica un delatore) fino alla rapida finale, quella della confluenza. E lì, cari amici, ho visto cose... onde di un'altezza tale da far calare il buio nel cavo, uno tsunami che neanche Grillo se lo immagina, una vertigine prima di ricadere nel cavo e finalmente sbarcare. Poi è vero che il bar dei cinesi non vale la cucina del CCBo e nemmeno la Faina, ma a volte bisogna accontentarsi.
Alla prossima discesa!
Carlo Alberto