di MarcoT - Nov 2010
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O voi che siete in picciol barca, dentro al fiume che cantando varca;
tendete orecchio ch’io parlero’ di quel regno, ove basta pagaiar per esser degno.
Dello scoltenna le gole son conosciute, ma non si puo’ tener le lingue mute.
Il giorno ci attendea nel seren aspetto, un bel gruppetto pien di ardor e di diletto.
Tosto arrivammo vicin a Riolunato, che dell’imbarco il sentier era segnato.
Lieti scendemmo nelle gole, quasi un inferno, Jimmy e Allo ci guidan, se ben discerno.
Seguivan in fila io, Robby e la Vale, ombrosi di viso qual funerale.
Sulla riva i savi maestri ci fecer segno, e ci introdusser per il liquido regno.
Come Jimmy dallo sguardo fu’ partito, tra onde e sassi gia’ era sparito.
Dalla mia Diesel guato roccia e inganni, seguo Allo e non mi curo d’affanni.
L’acqua spinge, romba e trema, sperando che la corrente un poco si scema.
Allor vidi il Vecchio poco piu’ avante rimbombar il suo grido "perche’ mi schiante??"
Qualcun disse, "Robby, perche’ ti adiri?" "non sbigottir, basta che lo masso aggiri!"
"Stai allegro e pagaia senza scorta, evita il buco ed entra tosto in morta!"
Dal cima al monte, onde assai mosse, che giammai dubitai che buco ci fosse.
Passaggi arditi e un po’ ci si piglia, sorridiam felici, senza batter ciglia.
Gia’ l’ardore si placa e la valle e’ buia,ma sento il Vecchio cantar Alleluia!
Ordunque dalla canoa lieti si scende, che il borlengo caldo ci attende.
Infin gran discesa, per lo mese di Novembre, ora non riman che riposar le stanche membra.
Per il fium s’innamora tanta gente, e lo porteran scritto nel cor e nella mente.
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Alla prossima,
MarcoT