Di Alessia - Gennaio 2010
Bollettino pluvial-niveo natalizio 2009
Si sono visti canoisti CCBO sul Montone il 26/12, sul Limentrino il 27/12, sull’intermedio dello Scoltenna il 31/12, sull’alto Solano il 02/01, sul Panaro e nelle gole dello Scoltenna il 03/01. Qualcuno sa di altri avvistamenti?
Per quel che mi riguarda, in navigazione c’ero solo ieri nelle gole dello Scoltenna, un’esperienza (leggasi "un freddo") da mozzare il fiato! Causa un crash test ben riuscito, il secondo per l’esattezza, ho momentaneamente Mr Habitat (ci si vede il cielo e le stelle attraverso per metà lunghezza dello scafo) a riposo e quindi ho fatto felice la mia bambina, la dolce EZ, e sono scesa con Lei. Sprizzo sempre gaudio e tripudio da tutti i pori ogni volta che affronto qualcosa che va dal III+ in su, e anche ieri non sono stata da meno… avrei tanto gradito trastullarmi sull’intermedio, ma Gole erano e –sigh- gole sono state!
Imbarco al freddo e al gelo. Al primo passaggio, colpa del tepore mattutino, atterro lenta e affondo nel buco. Chi mi conosce lo sa, i buchi mi amano e io non posso sempre sfuggire ai miei estimatori. Ero perfino messa bene di taglio, avrei potuto pagaiare e venirne fuori a testa alta, e invece no: ho spalettato come se fosse ricottina e miele e alla fine ho stappato. Zuppa e gelata dalla testa ai piedi... proprio quello che ci voleva per affrontare per la seconda volta in vita mia le gole dello Scoltenna nel bel mezzo di un gelido inverno. Stick pazientemente mi svuota la barca. "Iniziamo bene" avrà pensato! Riparto. A monte della seconda rapida entro in una morticina e tanto per gradire faccio un eskimo, così veloce che Daniele non ha neanche fatto in tempo ad aprire la bocca stupito dal baccalà che ero. Tiè, hai visto che eskimi fantastici che faccio? Parto, affronto il passaggio (niente di che) e arrivo al laghetto, entro in morta e verticalizzo la pagaia sul fianco quel tanto che basta per farmi perdere l’equilibrio. Primo tentativo di eskimo, fallito. Secondo tentativo di eskimo: faccio in tempo a pensare che il laghetto è grande e che ho tutto il tempo per riprovarne altri, bevo e stappo. Batticuore e giramento di testa mentre in versione Smeagol me ne sto aggrappata ad una parere semiverticale. Stick e Daniele intanto svuotano la barca e mi ricordano che se invece di iperventilare, rallento la respirazione, non mi girerà più la testa. Perbacco, ha funzionato! Completamente assiderata riparto. Il resto è andato bene, ho fatto due trasbordi (ma uno non conta perché eravamo solo in tre e tutta la corrente portava in una nicchia sifonata) e pare abbia pennellato anche un paio di passaggi. Le gole sono sempre stupende, a maggio lo sarebbero di più, ed ovunque c’erano pizzi, merletti di stalattiti ghiacciate, un vero spettacolo! Costante della discesa: il gelo pungente, la rassicurante pazienza di Stick, il tifo di Daniele e le mie tipiche espressioni “occhi fuori dalla testa” e “bocca quadrata”, che nel tempo hanno portato i miei affezionati soci di discesa a chiedersi chissà quali mostri appollaiati io riesca a scorgere prima dei passaggi!
Degna conclusione al baretto con un thè bollente, uova sode sale e pepe, crescentine anzi gnocchi fritti che sennò i modenesi non capiscono e una fetta di torta.