di MarcoT - Durance, Estate 2010
Agosto 2010, siamo agli sgoccioli. E’ proprio tempo di raccontare l’avventura francese prima che il fiume sempre mutevole possa indurmi a nuovo pensiero.
Prima che un’altra esperienza, scartavetrando questa, faccia nuovo scippo alla memoria. Dunque eccoci qui, al camping Du Lac "les Iscles", con la rinnovata band CCBO DuemilaeDieci: I vecchi fedelissimi Simona e Robby, il condottieroMariachi Jimmy e le adrenaliniche Valeria e Angela. Questo il nucleo base, ma al raduno c’e’ buona parte della canoa bolognese e non: Ivano & Monica, Giulio & Dani, Stick, Maria, Alessia, Franz, Marcos y Marcos (Vit & Brizzi), la famiglia Cesaroni (Cesare & la Roby), la compagnia dell’Agnello, senza contare le apparizioni di Johnny, Cri, Francesca & Matteo e gli amici toscani e romani e friuliani e gallesi.
Primo giorno - Guil tratto basso.
Si inizia l’avventura del canoista di ventura con una tonicissima Guil. All’imbarco volti tesi; il vecchio sorride sbieco come Clint Eastwood, qualcuna sfoggia pessimismo cosmico (bagno,bagno), qualcuna sciamanica ipocondria (son stanca, son sfatta), qualcuno tace. Ma non c’e’ tempo per prendersi sul serio.. si parte! Subito un passaggio a freddo che scalda gli animi, poi un altro. Scivolo coreografico sul cuscinone d’acqua che sembra calamitarti sul sasso meteorite..Wooooww! PanciaeControPancia..bellissimo e asciuttissimo, vai cosi.. Qualche sasso, alcune cravatte multicolore, molti passaggi divertenti. Si prosegue con qualche affanno, ma molta guduria ..e alla fine applausi e pacche sulle spalle per tutti. Ritornati al campeggio, grufoliamo con gaudio nella nostra tenda cucina.
Secondo giorno Ubaye - Fresquiere
Per festeggiare degnamente Giulio (partente) a colazione ci abbuffiamo di pancake, poi puntiamo la bussola sull’Ubaye. L’altro anno sulla Fresquiere non ci ho capito molto, ricordo solo una simpatica cavalcata in debito di ossigeno dall’imbarco alla fine della rapidona. Quest’anno l’affronto meglio, Jimmy prende le morte tattiche, il conte e’ in granspolvero, Giulio pennella come uno slalomista. Il primo tratto non concede tregue. L’impegno e’ massimo quando le onde tamburellano la canoa con cadenza di percussione jazz, rock e heavy metal. Pugni serrati e labbra sorridenti mentre sciabolate di luce tagliente e acqua mi attaccano da mille angoli diversi Poi la tempesta di sassi si cheta, ci congiungiamo al gruppo e finiamo lieti tra foto, risate e cene provenzali.
Terzo giorno: Guil - Tratto intermedio dai salti francesi. Siamo in pieno trans-agonistico, ne approfittiamo e ci uniamo al raduno sulla Guil. Lo starter immaginario, come in una gara, dà il via e la folla del raduno parte, come in preda a un delirio organizzato, sgomitando, spingendo o facendo sgambetti in morta. Da quella massa in movimento arriva un rumore caciarone che copre i suoni del fiume e poi gradualmente diminuisce, a mano a mano che i partecipanti si distanziano e le rapide si avvicinano. Il ritmo di progressione è veloce. Non ci si puo’ rilassare mentre ondeggiamo sul lastricato della Guil. Un turbinio di passaggi, bagni, pagaie spezzate, mentre osservo lo zodiaco di canoe che si sposta su costellazioni di sass,i per poi sciamare fluide come creature viventi nel centro del fiume. L’ultima parte e’ una fucilata..Sono gia’ stanco, ma con Matteo decido di proseguire fino alla galleria. La corrente accelera, s’impenna esplodendo spietata ed esponenziale. Qualche virata provvidenziale e fulminanti accelerazioni sul tappeto liquido.. eccoci allo sbarco. Soddisfazione. Genepi’. Bon niut!
Quarto giorno, Romance.
Si ricomincia, anche se gli attori sono un po’ piu’ stanchi i loro occhi brillano di luce. Come dire che lo spirito non e’ sazio (anche se la voce di Kit continua la litania "oggi si va, domani pero’ riposo".) Il viaggio verso la Romanche regala paesaggi stupendi sul colle del Lautaret. L’eccitazione mistica si dissolve subito su percezioni piu solide quando ci imbarchiamo. Il fiume e’ molto veloce e scorre in mezzo alla foresta. Bello fino alla rapida centrale, poi si verifica un cortocircuito emozionale. Follia liquida, sassi cromati e lucidi, tempeste di spruzzi che infuriano passando radenti alla canoa, generando sottili e intense ondate che si infrangono sugli occhi. Pochi fronzoli, molto ritmo, fino al momento in cui il mondo rallenta e ci trova allo sbarco.
Quinto giorno - Guil tratto alto - gole dell’angelo.
Non seppi come, ma mentre i vecchi si dirigevano lieti al campo slalom io mi ritrovai in altro luogo oscuro: sotto la nera sagoma del castello di Queyras. Ero in una gola buia, ma non avevo freddo, né caldo, non sentivo nulla: nessun rumore,se non l’acqua. Non c’era vento, non più le stelle, la luna era scomparsa. Vi garantisco che la tensione iniziò ad impossessarsi di me quando una voce profonda mi disse
Tranquillo amico, evita il bagnazzo nella goletta e non ti succederà nulla- Mi voltai, più incuriosito che impaurito, pensando che fosse Cesare Bontempone, ma il mio sguardo che si era abituato alla penombra scorse un vecchio dai capelli bianchi. Mi avvicinai. "Chi sei?" chiesi "Mi chiamano il Guardiano..l’Angelo Guardiano" rispose allacciandosi il salvagente e ruttando. Mossa che mi obbligò ad abbassare lo sguardo nella gola. Era profondissima. In basso il fiume tagliava serpeggiando la roccia, capii che la prima impressione avuta era errata. Sembrava innoquo, ma sbagliavo. La sua imponenza era impressionante anche senza tanta portata poiche’ tutta l’energia dell’acqua era imprigionata dalle roccie. Ero in procinto di chiedere spiegazioni, quando il Guardiano mi fece cenno di tacere e di pagaiare. Squillarono le trombe e rullarono i tamburi, le schiere di canoisti si mossero sul campo di battaglia, prima lentamente, poi sempre più velocemente. Sembravano due macchie compatte di colore, una luminosa (il cielo e le canoe), l’altra cupa come la notte (la gola). Poi tutto divenne indescrivibile. Le pareti settavano vicine, grida, urla dei canoisti disarcionati, spruzzi, respiro cardiopatico. Continuò così per non so quanto tempo, con altri passaggi e pareti e sassi e salti . Il Guardiano era sempre impassibile, non staccava gli occhi dal campo di battaglia. Poi improvvisamente si diresse verso il centro della vallata, rivolse la pagaia al cielo ed urlò: SORGA IL SOLE. Ma che è successo?- gli chiesi Senza guardarmi il Guardiano rientrò verso il castello facendomi segno di non seguirlo, lo sentii solo sussurrare "siamo allo sbarco, cambiati che dopo ci facciamo un birretta" Buonanotte a tutti.
Sesto Giorno - Durance
Giornata di decompressione e relax lungo la Durance. Si plana nel limbo liquido, tra cieli tersi e campi verdi della terra francese. Piani colorati traslucidi si intrecciano in un tessuto di sassi. Sento il respiro sotto il salvagente, sento la liberta’ nell’aria, sento il gesto della pagaiata, sento lo schiaffo brutale della Rabioux che mi ribalta .. poi la quiete e le risate come in transizione istantanea. Festeggiamo lo sbarco con un bella merenda da mcDonald.
Settimo giorno - Guisane
Chiusura col botto. Jimmy ci tiene che Kit Adrenalina assaggi la Guisane, e Angela per l’occasione prepara uno doppio zabaione a Robby. Primo tratto di relax, poi eccoci in caduta libera nel corridoio liquido verso Briancon. Movimento ondulato sussultorio con intervalli di sassi e curve. Macchie confuse, sensazioni di vertigini, colori e stretti corridoi percorsi alla velocita’ di una scudisciata. Si procede compatti. Vedo il vecchio vicino a me trapassato da una durlindana d’onde, una nuvolaglia di schizzi mi ferisce gli occhi, continuo ad azzardare e m’avvento a forti pagaiate contro le rapide ghignanti. Col petto in apnea per la fatica mentre il mondo s’inabissa, riemerge, sperando nella complicità del dio del fiume. Respiriamo liberi, siamo allo sbarco.
Epilogo.
L’alba squarcia con il suo abbaglio un trofeo di nuvole basse e minacciose sul camping duLac. Difficile capire se sono nuvole reali o fumi del sonno. Non importa, e’ ora di tornare, lasciare il fortino di villeggianti canoisti. Ma di una cosa sono sicuro, la vacanza è finita, con il suo piccolo bottino di esperienza e umanita’. Spossato e soddisfatto, domani si tornerà al lavoro, ma continuero’ a pensare alla vacanza fluviale fino alla prossima estate...o fino a fiumi di birra. Alla prossima. :-)
Ciao Marco T.
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