La bella Taddea (Candigliano) -

Marzo 2013 - di Alessia

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Secondo un'antica leggenda dei territori intorno al fiume Candigliano, la Bella Taddea era una fanciulla che in seguito ad una passione amorosa finita male si buttò da un dirupo. Da allora, a chi grida tre volte il suo nome, ella risponde con uno scroscio d'acqua.

Taddea! Taddea! Taddea!!!

Questo appresero i lettori di CKI mentre scrutavano i livelli idrometrici durante il mese di febbraio.

Tra questi c’era anche una canoista psicologicamente atipica, come le fu detto ai suoi albori, da allora si porta appresso questo Marchio, in un’ondeggiare di alti e bassi canoistici, con l’incertezza di essere aliena, Pandora incapace di scrutare dentro il suo vaso.

Ora, i ricordi dell’ultima pagaiata erano perduti lontano nella terra dei Briganti, mentre sembravano sempre più vicini i timori che la pestilenziale ruggine invernale dei canoisti potesse colpire anche le canoiste. E il punto interrogativo si sa… “ha la forma di una chiave che entra nel dubbio e trascina come in un buco nero” (cit. dal Blog “Onde su Onde”).

Così la Bella Taddea, generosa sentimentalona, non rimase oltre indifferente allo strazio della sua stirpe, al neoprene oramai secco, alla giacca d’acqua disidratata, all’assenza nelle cantine di quella nota olfattiva che sa di bagnato, putrido e felicità.

A poco a poco per tutto l'Appennino scrosciò incessante la pioggia e con ella una voce a più voci dilagò: Taddea! Taddea! Taddea!!!

Taddea! Taddea!

Solo due volte fu invocata da chi temeva che troppa gli facesse male.

In moto si misero dunque i canoisti umbro – marchigiani insieme ai loro compaesani al fin di celebrare il ritorno della loro Bella: a marzo organizzarono un raduno, il loro primo Raduno. Molti furono i canoisti che arrivarono da ogni dove riconoscenti.

Fiera discendente e fremente di discendere, anche la canoista giunse nella valle insieme al gioviale sardo milanese, magnetico attrattore di mirabolanti quanto strampalate avventure.  

Poche le canoiste. Molti i canoisti. Per tutti  fu naturale render Grazie alla Bella Taddea con allegri brindisi fino a sera, aiutati  dalle Quattro Signore: la Gradisca, la Volpina, la Midòla e la Tabachèra. La felicità è femmina ed ha il volto soddisfatto di una canoista dall’animo acquietato.

Canoe capricciose, o forse un po’ artiste, contribuirono alla festa che fu Spettacolo, per la gioia del pubblico accorso sulle rive.

Si succedettero Pioggia e Sole  e poi Nuvole e Stelle. Candigliano, Bosso ed Auro furono i flutti che la Bella regalò nel suo scrosciare d'acque.

Amarcord le birre gustate nel porticato ecclesiastico, Ode al Sacro e Profano!, e succulenta la polenta alla carbonara servita alla domenica. L’attualità riportò della soddisfazione di tutti.

Bella Taddea, mezza e più Italia di canoiste e canoisti invocò il tuo nome per il primo Raduno dei Picari: Taddea! Taddea! Taddea!!!

Secondo un'antica leggenda nata attorno agli imbarchi dei fiumi, la Bella Taddea talvolta assume le sembianze di una canoista che, data la sua passione amorosa, finisce sempre per imbarcarsi, anche quando crede di essere sprofondata nel dirupo. Da allora, agli amici che la chiamano per nome, ella risponde regalando riconoscente un turbine d’emozioni.

Una canoista

Ps: ritrovato il “camper a spinta di Foligno”: un must per canoisti itineranti di altre leggende.

 

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