Ovvero, come si vince un titolo di Campione Italiano... con il vento in poppa!

"Dai, Michele, vieni anche tu!"

"Ma a fare cosa, sono anni che non faccio slalom seriamente."

"D’accordo, ma sei allenato, i grossi volumi non ti spaventano e poi Dino (Koco) non viene (partecipa al campionato regionale di polo ç§@÷ ¥‘!!!!!) e non abbiamo il k1 a squadre! Una volta tanto vieni con i ragazzi... ci sono tutti, Pedro, Nik, Luca, Dave e Cippo. Come ai vecchi tempi, prendilo come un allenamento." Se Molmenti non viene (intervistato ai Mondiali ha detto che aveva mal di pancia), il Corpo Forestale non ha la squadra e c’è solo (sigh!) la Marina militare, puntiamo al 2° posto, è sempre un piazzamento di prestigio.

"Ti faccio sapere."

Ed è venuto anche lui, Michele Ramazza, dopo anni che non saliva su una slalom su un fiume così impegnativo, ma è allenato, bello tirato (a inizio ottobre ha i mondiali di extreme kayak) e non c’è voluto neanche molto a convincerlo: saranno state le implorazioni dei ragazzi, il pressing serrato del team manager, il "Capo" è di nuovo tra noi! Dove? A Ivrea, il 18 settembre 2011 vanno in scena i Campionati Italiani Assoluti di canoa slalom, categoria senior, la gara più importante dell’anno sul campo di slalom più difficile d’Italia. Un 3 e 4 grado vero, un campo tosto, dove non puoi sbagliare nulla.

I ragazzi ci vanno ed è anche l’occasione per vedere all’opera i migliori canoisti italiani... non si può mancare. Vinco le deboli resistenze di Cristina, tifosa ultras dei nostri atleti dopo le performaces di quest’anno, con una proposta capziosa... partiamo venerdì pomeriggio, sabato mattina andiamo in treno a Torino, giretto turistico per la città e visita al mitico Museo Egizio, rientriamo a Ivrea in serata e domenica è gara! La femme accetta e si parte, nonostante le previsioni non siano il massimo. Serata ad Ivrea con i ragazzi, gelato (protesto con la gelataia l’assenza del gusto "bunet", il budino, che ero andato lì apposta per godermelo) e a letto presto.

Sabato mattina sveglia, colazione in un baretto carinissimo (30 m a sinistra usciti da Via Dora Baltea), stile finto ’800, i giornali con la stecca di legno, molto caratteristico, e con dei croissant alla crema da urlo. Quando l’ho preso in mano ho pensato che dentro ci fosse una mattonella, dato il peso, invece era pieno di crema pasticciera, che colava inesorabilmente ovunque quando si tentava di addentarlo (fanno anche degli apprezzabili gelati e ghiaccioli alla frutta)! A pochi metri la stazione (azz! 8,80 euro Ivrea/Torino ar in 2° classe, poi ti dicono di non usare la macchina) e in un’ora scarsa arriviamo nella capitale sabauda.

La stazione di Porta Nuova è praticamente in centro; costruita nel 1861 si trova in Corso Vittorio Emanuele II e si affaccia su piazza Carlo Felice... ve l’avevo detto che siamo nella capitale sabauda! Attraversiamo piazza Carlo Felice e, sotto i portici, ci soffermiamo ad osservare le vetrine dei negozi (stile ’800 o forse veramente ’800) piene di praline, bon bon, dolcetti e altre specialità... tutte di cioccolato!! Un delirio di dolcezze, assieme a una miriade di tricolore, bandiere, fasce, coccarde e festoni: festeggiamo ancora i 150 anni dell’unità d’Italia e Torino è stata la prima capitale d’Italia, nel 1861 e a Palazzo Carignano si è riunito il primo Parlamento Italiano.

In breve siamo in piazza S. Carlo, la piazza più bella di Torino che, con i suoi palazzi, le chiese gemelle barocche, S. Cristina e S. Carlo, e al centro la statua equestre di Emanuele Filiberto, ha veramente un’atmosfera unica.

Pochi passi e siamo al Palazzo dell’Accademia delle Scienze dove ha sede il museo... non c’è nessuno in fila (l’ultima volta che avevamo cercato di vistarlo a Torino c’era il Papa, l’esposizione della Sindone e l’entrata ai musei a un euro, morale tre ore di fila!) e visto che c’è il sole ce la prendiamo comoda e proseguiamo nel giro turistico.

Palazzo Carignano, con le sue fantastiche facciate in mattoni, Piazza Castello con il Palazzo Reale, Palazzo Madama (grandiosa la scalinata del Juvarra), la Real Chiesa di San Lorenzo. E sotto i portici una valanga di cioccolato, gelati... glicemia alle stelle!

Si va al museo, già l’ambientazione è particolare, magari non modernissima, ma le teche in legno che contengono gli oggetti del dell’Antico, Medio e nuovo Regno sono particolari ed affascinanti.

Tantissimi i reperti esposti e molti della vita di tutti i giorni: suppellettili. oggetti d’uso comune, diorami che illustrano la vita dei contadini e degli artigiani (egiziani, non moderni).

Poi la tomba di Kha e Merit, scoperta da Schiaparelli nel 1906 a Tebe: un corredo inviolato, oltre 500 reperti, che va dalle mummie, ai letti, alla parrucca di Merit.

La stanze delle statue delle mozzano il fiato!

Soffitto e pareti nere, luci soffuse ed orientate, specchi alle pareti che creano giochi di luce e riflessi.

Divinità, nobili, faraoni, sfingi con testa umana e di capro e in mezzo lui, la statua incredibile di Ramsete II.

Un capolavoro, veramente indescrivibile.

E’ assiso sul trono con la corona blu in testa e stringe al petto uno scettro. La veste è morbidamente plissettata (a pieghette) e avvolge il corpo del faraone con un effetto bagnato che mette in rilievo la sua prestanza fisica... di un realismo impressionante. Ramsete II, Ramses... il soprannome di Ramazza, che sia un presagio!

Si vedrà, rientro a Ivrea, spesa golosa di biscotteria secca e poi al campo base a cucinare per ragazzi. I quali, istigati da Campo hanno già fatto spesa, disattendendo le mie speranze: niente pasta (prima o poi contatto un nutrizionista), carnazza, purè di patate (in scatola!! Orrore!!) e frutta. Mastico amaro ma soggiaccio all’acquisto: ne hanno preso una squintalata e si perdono nel calcolare le quantità di latte e acqua. Siamo in 14 e ne hanno acquistato per quasi 30 persone! Miki, Campo e Ila rimestano il pentolone fumante aggiungendo ingredienti a profusione, tra cui almeno 2/3 noci moscate.

Io mi dedico agli straccetti di pollo alla Malox, tra la diffidenza di molti. Tranquilli, sono buoni. Tagliare il petto di pollo a strisce sottili, unire sale, aglio, erbette aromatiche di tutti i tipi, cipolla tritata fine, peperocino e parmiggiano. Amalgamare il tutto e versarci sopra del pane grattugiato, in modo che la carne risulti impanata grossolanamente. Un filo d’olio in una padella antiaderente, scaldare a fuoco vivace e far saltare la carne (non deve essere troppa, altrimenti non si rosola bene e viene un pataccone, come si dice a Bulagna) Mentre armeggio Br1 De Gennaro mi osserva incuriosito, chiede lumi, gli faccio assaggiare uno straccetto e pretende immediatamente la ricetta. Avevate dei dubbi?

Mentre stiamo approntando il desinare, odo Campo al telefono che dice: "Non c’è problema, vi aspettiamo". Scusa aspettiamo chi? Johnny Lazzarotto, Gianni Campana, Enrico Gheno e Riccardo Pivato, sono a Torino e stanno arrivando... più Maria Fiorini che cena con noi, da 14 siamo arrivati a 19!!!! Qualcun altro no?! E cosa gli do da mangiare? Dai, qualcosa hanno loro e poi c’è un sacco di purè... Campo, sempre il solito. Teniamo da parte il pollo e il purè e attendiamo. I Valstagnotti si presentano dopo un’ora con alimentari vari, ma senza vino! Sacrilegio! I ragazzi partono per il gelato serale, invitiamo i coniugi De Gennaro e passiamo una piacevole serata (anche perchè è rinfrescato e non ci sono i soliti nugoli di zanzare), tra dolcetti, canoe, vino e chiacchiere varie. Poi a nanna, la Dora Baltea domani ci attende (li attende, io giù per di lì non ci vado neanche!) presto.

March apripista se la cava benino, si spostano un paio di porte e comincia il "rodeo". Lo speaker parla con competenza e illustra con dovizia di particolari: ci fa sapere che siamo la squadra più numerosa a partecipare, con ben 6 atleti! Il petto mi si gonfia di orgoglio, CCBo pride!, sul campo più difficile d’Italia, senza neanche partire, stabiliamo già un record.

C1. Parte Toga, movimenti fluidi ed eleganti nella parte alta, ma al primo salto si scompone in debordè e va sotto nel buridone... al secondo tentativo d’eskimo riemerge, ma è provato, non ha fiato (non si allena quasi più e un bagno a Ivrea, per quanto migliorato, ti toglie 10 anni di vita). Riparte, ha perso solo un po’ di tempo (altri ne perderanno di più) ma non ne ha più, è scarico scende senza quasi guardare le porte. Cominciamo bene (Cambronne!, Cambronne a ancora Cambronne). Poi Pedro e Nik rinunciano al C1 per concentrarsi nel C2, non insisto più di tanto, si giocano il titolo con i forestali e devono avere tutte le energie a disposizione (però siamo qui per fare punti, punti pesanti che potrebbero lanciarci verso la conquista, per il secondo anno consecutivo, della Coppa Slalom della FICK... mastico amaro ma non insisto, chi troppo vuole...)

Poi tocca ai K1, Molmenti non c’è, come aveva annunciato (Una domanda sorge spontanea, ma perchè non viene mai? Un Campione Europeo, del Mondo, un atleta di livello assoluto, quest’anno non si è mai visto gareggiare sui campi italici di slalom... perchè? D’accordo che lui corre per altri e ben più alti obiettivi, ma vederlo ogni tanto darebbe ancora più prestigio alle manifestazioni, attirerebbe gente, darebbe più visibilità al movimento...) Luca scende discretamente, con qualche imprecisione, ma va bene così (da fine luglio non si allena quasi più per recupero debiti scolastici). Dave scende con un test boat che Cippo sta studiando, ma il prototipo non risponde molto bene in coda e anche lui non fa una grande manche. Ramazza, tocca a lui. Bene sino al primo scivolo poi si perde, non tiene la barca e tira dritto su due sfalsate assassine piazzate sugli scivoli successivi... due 50! Non credo ai miei occhi. Sono preoccupato, se andiamo così anche in gara a squadre, ciao mare! E ciao punti!

C2. Sono in acqua i nostri atleti più forti e, di fatto, stanno davanti ai forestali, peccato per un tocco, la gara poteva essere già in cassaforte dopo la prima manche (1,50 e 72 + 2 noi e 1,52 e 25 +4 loro) . Ma i nostri non sono affatto contenti: "E’ un tempo alto, abbiamo fatto diversi errori, si può scendere anche di 4, 5 secondi e lo possono fare anche gli altri". Benissimo... e io che mi ero illuso (però sono davanti e la pressione ora ce l’anno quelli che son dietro).

Intervallo, si passeggia e si chiacchiera, ringrazio i Sig.ri Muscarà che mi ringraziano per averli citati nel mio precedente delirio letterario (ci riringrazieremo l’anno prossimo) e si va con la seconda manche. Toga scende meglio, ma prende un 50, peccato, recupera solo una posizione e arriva 7°, poteva andare meglio. Nel K1 Luca scende in aerobico e migliora di un secondo, ma tocca; Dave non fa meglio con la sua usale canoe e Ramses prende tutte le porte. Bene così, il loro obiettivo è la gara a squadre.

Tocca ai C2, manche da brivido, ci si gioca il titolo! E all’improvviso si alza un vento da paura, una vera bufera, con raffiche che fanno volare le paline. Partono i forestali e scendono bene, boia se scendono bene, il vento li grazia quasi sino alla fine, poi, mentre affrontano l’ultima risalita, le raffiche ricominciano, sollevano la porta e la fanno ricadere: un palino li tocca e passa tra i due canoisti... 2, 50, gliela danno buona? Non si vedono le palette dei controllori alzarsi, c’è o no la penalità? Con ’sto vendo di Cambronne non si capisce niente.

Scendono i nostri, il vento ricomincia rabbioso, sposta le porte, loro toccano, sbagliano, si fermano e ripartono... una manche da buttare; decideranno gli arbitri, peccato, una gara rovinata! Campo gira avanti e indietro come una trottola: "Allora cos’è? C’è la penalità o no?" sono momenti convulsi... non si capisce niente e sono in palio dei titoli italiani. Approfittando delle pausa tra i C2 e le squadre vado a parlare con l’arbitro che giudicava la porta galeotta dei forestali e lui mi conferma il 50. Se non ci sono ricorsi, Pedro e Nik sono campioni... attendiamo, fiduciosi ma vigili (se c’è un ricorso e viene accettato devi ricorrere contro, tutto in pochi minuti... occorre stare sul pezzo, sino alla fine). Intanto le classifiche non escono, gli atleti discutono, gesticolano, gli sguardi sono rabbuiati, ma le gare di slalom prevedono che gli elementi atmosferici facciano parte della competizione e fin che non cambiano il regolamento...

Senza tregua, gara a squadre. Luca, Dave e Ramses sono già in acqua, corro all’imbarco (è una zona protetta da una parete di roccia) e li avviso che il campo assomiglia ad una galleria del vento. Loro conciliabolano (da conciliabolo - nome maschile: riunione di alcune persone che discutono in segreto di qualcosa; conciliabolare, verbo intransitivo, prima coniugazione; esprime l’azione dello riunirsi di alcune persone per discutere segretamente di un argomento. Neologismo inventato dal redattore e già sottoposto, per l’approvazione e l’introduzione nella lingua italiana, all’Accademia della Crusca) e decidono di non tirare al massimo, di controllare e allargare le traiettorie, per evitare di "essere toccati e saltati" dalle porte.

Partono e scendono accorti, ma toccano diverse paline, ma almeno non saltano porte. 2 e 12 il tempo. Buono, considerando che Luca nell’individuale aveva fatto 1 e 48 e c’è un uragano in corso! Mentre affrontano le ultime porte il vento aumenta e lo speaker annuncia che la gara è sospesa... cosa? Sospesa?! Ma i nostri sono in acqua, il vento c’era anche prima, si poteva sospendere dopo i C2 e prima delle squadre (tuoni, fulmini e saette, i miei, non quelli meteorologici). Panico, raggiungo lo speaker e chiedo spiegazioni: gara sospesa ok, ma i nostri cosa fanno? Vale la loro manche o devono rifarla? Le risposte si incrociano e si contraddicono, i ragazzi non ne vogliono mezza, fa un freddo maialino, sono stanchi. Buona la prima.

Panico e ancora panico! Corre voce che la gara è finita qui, c’è una palina in acqua, un numero di porta a penzoloni, ma non senti che vento... Leonardo Curzio, con calma e pragmatismo piemontese, interviene e dice che la palina si recupera, il numero si riattacca e le gara potrà riprendere. Giusto così, questa gara è anche la festa dell’Ivrea Canoa Club, il coronamento di tanti loro sforzi e un Campionato Italiano, nel centocinquantenario dell’unità d’Italia, s’ha da fare! Panico e strapanico! Sembra che si debba rifare anche la seconda manche del C2... ma chi l’ha detto? Il Presidente Federale, mi rispondono. Scusate, maaaa... il Direttore di Gara cosa ci sta a fare? Tutto falso e dettato dalla confusione generale.... fiuuuuu (sospirone di sollievo e soffio di vento). Ma vi assicuro che non sono stati bei momenti, devi stare lì, non mollare l’attenzione, vedere se ci sono i ricorsi, se escono le classifiche... insomma da infarto (il team manager non si gode mai la gara).

Si ricomincia con il K1 squadre. Parte Brescia, il tempo lo fa "Rizzo", speriamo che non ripeta "il miracolo a Merano". Riki e Giova lo aspettano per dargli la miglior traiettoria, ma lui non arriva più, è impastato nella parte alta. I due fratelloni raggiungono il traguardo e lo aspettano, si becca pure un 50. Evvvai, sono dietro (scusa Br1, se esulto; ti giuro che là non ho fatto il gesto dell’ombrello)! Anche i giovani di Ivrea incappano in una penalità pesante e siamo ancora primi. Ma ora scende la Marina Militare. Stefano Cipressi, Omar Raiba e Lukas Mayr, insomma mezza nazionale, dei professionisti della pagaia, inutile che vi faccia qui il loro curriculum, sapete tutti chi sono. Partono e tirano come se il vento non ci fosse, un po’ è calato a dire il vero; li osservo dall’alto, sono oltre metà percorso e hanno solo un tocco, nessun problema alla risalita 16, forse quella più difficile... è fatta, siamo secondi, come da pronostico. Bravi ragazzi, penso. Abbandono la ringhiera sul fiume e vado verso la partenza, ma sento mio figlio che mi rincorre e che urla: "Gli hanno dato un 50, gli hanno dato un 50!". Mi giro e gli dico di non scherzare. Lui ribadisce "Credimi, è tutto vero. Alle ultime sfalsate si è rialzato il vento, Omar era troppo vicino alla palina e questa si è spostata... non ha superato la porta, è un 50, il gesto dell’arbitro è stato inequivocabile!"

Sono incredulo e mi chiedo come hanno fatto... correvano solo contro se stessi, non c’era gara. Forse hanno sottovalutato il vento, hanno fatto una manche tirando le linee invece di essere prudenti (1 e 51 il loro tempo finale, un abisso rispetto al nostro 2 e 12), no lo so, ma comincio a sorridere con varie parti del corpo! Siamo Campioni Italiani nel K1 senior a squadre, questa, per il Canoa Club Bologna è storia! Forse. Fin che non vedo le classifiche esposte non ci credo. Poi ecco il nostro C1 a squadre, Toga, Pedro e Nik... corrono da soli e basta che arrivino in fondo per conquistare un altro titolo italiano. Facile, penserete voi. Mica tanto, rispondo io. Se siamo l’unica società italiana che schiera tre C1 in grado di scendere per Ivrea, non è colpa nostra. Bravi noi che ci siamo... e chi c’è ha sempre ragione (CCBo pride again!).

Finalmente compaiono gli attesi risultati, Pietro e Nik sono primi, così come il K1 a squadre. Facce scure davanti alle classifiche, d’altronde si sa, il vento rende nervosi... assumo un atteggiamento serio e dignitoso, ma dentro di me sono un vulcano di felicità! Dave si prende anche il gusto di telefonare a Dino per prenderlo bonoriamente un po’ in giro (atleta del CC Ferrara in prestito; corre con noi come slalom, ma gioca per la sua società a polo), invece di venire qui è andato al campionato regionale di canoa polo... ma anche qui è arrivato primo il CCBo.

Quindi le premiazioni, bandiere e tricolori che garriscono, al vento chiaramente, e i nostri atleti che salgono sul gradino più alto del podio per ben tre volte! Grande giornata, da ricordare nei nostri annali, 3 titoli italiani conquistati su 6 assegnati... mica male il vecchio CCBo!

Pietro e Nik nel C2 individuale

Ramses, Luca e Dave nel k1 a squadre

Toga, Pietro e Nik nel C1 a squadre

Insomma è andato tutto bene e un po’ di fortuna, questa volta, l’abbiamo avuta... chiamatelo fattore c, lo stellone italiano, ma il vento c’era per tutti, anche per noi e i nostri, comunque, sono stati veramente bravi.

Bella la cerimonia, le medaglie, i trofei, le maglie di Campione Italiano, le coccarde tricolore (bravi gli organizzatori a sottolineare l’evento dei 150 anni legato al Campionato Italiano) e graditissimo il libro di Carlo Brizzolara che hanno regalato (me lo so gustando lentamente, racconto dopo racconto, la sera).

Belli giovani e forti i nostri atleti sul podio, con i capelli scompigliati, dal vento naturalmente, che fotografo con immenso piacere, ora ridendo, non più sorridendo, sempre con varie parti del corpo. Cippo nota l’eccessiva felicità e, dal podio, secondo gradino però, mi apostrofa: "Guido, ricordati che non è sempre domenica". Rispondo, perfettamente consapevole che la gloria è effimera, dura un attimo... poi se la porta via il vento: "Lo so, Stefano, lo so. Ma, talvolta, ne basta una all’anno!".

E questa è una domenica di quelle speciali, una domenica CCBo! I ragazzi sono felici, forse anche un po’ emozionati... Ramses non si toglie più la medaglia dal collo!

Poi la cerimonia privata, Campo estrae un Berlucchi gelato e un salame di cioccolato (opportunamente occultati per motivi scaramantici) e si brinda alla nostra e al Canoa Club Bologna e i 300 chilometri per arrivare a casa volano, portati via dal vento! E la bufera, sulla via del ritorno, ci regala un arcobaleno doppio... che non ne avevo mai visti così!

Grazie a tutti, agli atleti, ai ragazzi della squadra che sono venuti a tifare, a soffrire e a dare una mano (Matte, Miki, Nicole e Ila), agli accompagnatori, Campo e Cristina, che hanno cucinato e lavato le pentole.

E un grazie anche al team manager, per una volta concedetemelo di autoincensarmi; perchè è dall’autunno scorso che tampello Toga perchè venga a questa gara, anche se oramai studia a La Spezia e non ha tempo per allenarsi e perchè ho convinto Ramses a risalire sulla slalom dopo anni e a fargli vincere, credo, il titolo più importante della sua carriera di slalomista.

E ora tutti in piedi!

Poppoporoppo porompompompompo’...

Fratelli d’Italia,

L’Italia s’è desta;

Dell’elmo di Scipio

S’è cinta la testa.

Dov’è la Vittoria?

Le porga la chioma;

Ché schiava di Roma

Iddio la creò.

Stringiamoci a coorte!

Siam pronti alla morte;

Italia chiamò!

Film consigliato: Via col vento - regia di Victor Fleming

Romanzi consigliati: Il Vento non sa leggere, di Mason Richard (Sul cartello è scritto "Non cogliere questi fiori". Ma per il vento è inutile, perché il vento non sa leggere) e Via col vento, di Margaret Mitchell

Musiche consigliate (da ascoltare leggendo l’articolo):

- Il vento, di Lucio Battisti
- ah quando s’alza il vento
- ah quando s’alza il vento
- no piu’ fermare non si puo’
- dove vado non lo so...

Vento nel vento, di Lucio Battisti
- io e te vento nel vento, io e te nodo nell’anima
- stesso desiderio di morire e poi rivivere io e te...

Fischia il vento, di Felice Cascione - eseguita dai Modena City Ramblers
- Fischia il vento e urla la bufera
- scarpe rotte e pur bisogna andar...

Song of the wind di Carlos Santana - strumentale

Io sono il vento, interpretata da Bruno Testa - Sanremo 1959

Dust in the wind, dei Kansas
- All we are is dust in the wind...

Blowin’ in the wind, di Bob Dylan - testo integrale

- How many roads must a man walk down
- Before you call him a man?
- Yes, ’n’ how many seas must a white dove sail
- Before she sleeps in the sand?
- Yes, ’n’ how many times must the cannon balls fly
- Before they’re forever banned?
- The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
- The answer is blowin’ in the wind.
- How many years can a mountain exist
- Before it’s washed to the sea?
- Yes, ’n’ how many years can some people exist
- Before they’re allowed to be free?
- Yes, ’n’ how many times can a man turn his head,
- Pretending he just doesn’t see?
- The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
- The answer is blowin’ in the wind.
- How many times must a man look up
- Before he can see the sky?
- Yes, ’n’ how many ears must one man have
- Before he can hear people cry?
- Yes, ’n’ how many deaths will it take till he knows
- That too many people have died?
- The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
- The answer is blowin’ in the wind.

Mare d’inverno, interpretata da Loredana Bertè il titolo non c’entra con l’argomento, ma
- questo vento agita anche me...

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