Il pass olimpico i nostri atleti l’hanno conquistato tutti e tre: Stefano Cipressi nel C1, Pietro Camporesi e Niccolò Ferrari nel C2. Forse un poco con il cuore in gola, visto che gli europei di Augsburg rappresentavano l’ultima possibilità per qualificarsi per Londra,  ma proprio questa condizione fa capire come i nostri atleti abbiano saputo giocare bene tutte le loro carte, dimostrando tanto carattere, tenacia, e quella voglia di lottare che fa la differenza,  permettendo di costruire i campioni.

La certezza della qualifica per Stefano Cipressi, figlio del Canoa Club Bologna, e adottato dalla Marina Militare è arrivata  sabato, dopo una ottima semifinale, che lo ha visto primo in classifica parziale,  con un tempo di 105,91, pur con 2 penalità a carico.  Un punteggio sufficiente a mettere fuori gioco il russo Alexander Lipatov, che con il tempo di 106,34 deve dire addio al sogno di Londra. Dicevamo la capacità di lottare e avere fiducia in se stessi: altro temibile avversario per Cipressi è stato Roberto Colazingari del CC Subiaco, fermo in 17° posizione nella classifica assoluta, ma avanti in graduatoria nelle qualificazioni di giovedì.
Per Camporesi e Ferrari, del Canoa Club Bologna, allo stesso modo è stata decisiva la semifinale, dove hanno conquistato uno strepitoso secondo posto assoluto dietro la coppia inglese Florence-Hounslow, e sopravanzato gli spagnoli Perez e Marzo, di fatto i veri competitor per la qualificazione, che si sono fermati al tredicesimo posto, perdendo ogni possibilità di entrare nella rosa olimpica. Tornando sul terreno di questi europei, 14° posto assoluto per Stefano Cipressi in C1, e 9° posto per l’equipaggio   Camporesi–Ferrari in C2. 
Ora bisogna guardare a Londra, e lavorare ancora per migliorare dove possibile. Senza dubbio siamo di fronte ad un ottimo risultato per la canoa slalom italiana, che centra l’obbiettivo di portare a Londra le quattro categorie, K1 maschile e femminile, C1 e C2. Di questo è entusiasta Marco Baron, dt azzurro, che sottolinea come: “I risultati parlano di un’Italia che porta a Londra tutte le barche; al mondo sono sette o otto le nazioni che oltre a noi possono vantare una cosa del genere. Tra queste ad esempio non c’è la Slovacchia che ne porta tre su quattro o la Russia che si è fermata a due. La gioia odierna è grande e ce la godiamo, consapevoli però che il tutto è appena iniziato; rimaniamo con i piedi per terra, consapevoli che ci siamo qualificati all’ultima occasione, consapevoli che da qui a Londra possiamo migliorare ancora”. Insomma i risultati ottenuti dalla squadra azzurra parlano di un lavoro preparatorio ben svolto, che ha portato ad una crescita complessiva dei risultati e delle aspettative. È certo però che ora inizia per i nostri atleti una fase ancora più difficile ed impegnativa, dove dovranno di nuovo misurarsi con i loro limiti e cercare di superarli.
Queste qualificazioni, oltre che per gli atleti e la squadra nazionale rappresentano un ottimo risultato per il Canoa Club Bologna, il nostro piccolo grande circolo sportivo, che con oltre duecento soci e circa 90 agonisti tesserati rappresenta la quasi totalità dei canoisti praticanti nella provincia di Bologna. Camporesi, Cipressi e Ferrari sono cresciuti nelle acque del Reno, fiume tranquillo, ma capriccioso nella presenza, e che specie in estate ama restarsene nascosto sulla collina. Una difficoltà in più, per una società sportiva che pure continua ad essere tra le prime in Italia, e che pur con a disposizione numeri piccolissimi in termini di praticanti rispetto a quelli di altre federazioni, riesce a dare a Casalecchio e alla città di Bologna tre atleti olimpici. Infine una citazione e un ringraziamento meritato per Beppe Cipressi e Claudio Camporesi, i papà di Stefano e Pietro. I due “vecchietti”, che salgono ancora in barca con la voglia di essere competitivi,  certamente sono stati buono ed equilibrato esempio per i loro figli.
Ufficio stampa Canoa Club Bologna
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