di Marco Brizi - Durance, Estate 2010

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Si narra che in tempi storici i leoni abitassero gran parte dell’Europa ma che poi, tra scioglimento dei ghiacciai ed ingrossamento dei fiumi, persero confidenza con le acque. Diciotto secoli dopo qualche curioso leone compare nuovamente nel continente.

I primi in Ardeche, poi alcuni avvistamenti in Slovenia ma, proprio ad Agosto, si rileva un esemplare sulla Durance!!! Sicuramente non un avvistamento casuale... insieme a lui trecentocinquanta canoisti da tutta italia, dai bambini prodigio all’attivissimo 81enne, nel bellissimo contesto della Briançonnais. Il ritrovo è al camping du lac nei pressi di Eygliers Gare. Il lago rende ancor più suggestivo il paesaggio ed è un’ottima base per corsi e tranquille pagaiate! Ma intorno ce n’è per tutti i gusti... anche per pagaiate molto meno tranquille! Si inizia sabato 7. Cinque minuti dal mio arrivo, reception chiusa e campeggio deserto. I miei primi passi in terra francese vengono intercettati dall’incontro di Francesca e del Conte diretti al campo slalom de l’Argentière. Il mio pensiero dura un istante; i 500km di auto e la sveglia all’alba non riescono a trattenermi dal seguirli nel "battesimo" sulla Durance. L’Argentière si presenta come un lungo e sinuoso mix di massi e correnti, terreno ideale per gli slalomisti che si muovono tra le porte come gazzelle. "Gazzelle"??? Il richiamo è quello giusto ma prima c’è da togliere un po’ di ruggine! I due miei accompagnatori mi interrogano sui miei trascorsi canoistici... "pochi" gli dico, "mi ribalto facile e non ho l’eskimo". "Ti diamo un’occhiata, allora!" è la sentenza. Il Conte entra subito nella parte e mi apre la linea dei primi salti. Seguono esercizi con le morte, traghetti e tutto il repertorio! Faccio la quarta "discesa" in debito di ossigeno con la punta della canoa che sempre meno rivolge a monte... forse è il momento di fermarsi. Concludo con due bagni ma "è solo il primo giorno!", penso. Domenica ed è tempo di unirsi al raduno. Il programma propone un tratto facile della Durance. Manco a dirlo, l’entusiasmo è alto e mi metto a giocare con ogni onda... risultato: mi faccio altri due bagni! Niente paura, mi ripesca l’Alessia! La giornata è stupenda ma imparo a conoscere che il vento non è grande amico del caoista. Con noi lo stoico Giuliano (l’81enne!) in buona forma fisica e con uno spirito da far invidia ad un adolescente! In macchina dice che gli seccherebbe farsi recuperare, Lui. Una sosta a La Bête de Réotier, qualche treno d’onde ed infine, la tanto attesa e sospirata onda della Rabioux! Anche la mitica onda (cavalcata pure da un cane!) riesce a ribaltarmi ma questo non conta, sono un principiante in fondo! Conoscete com’è l’orgoglio del felino... mi rimetto in barca e mi avventuro nell’impresa di surf-are l’Onda. Risultato deludente ma la testa rimane alta, almeno!

Il lunedì inizia parlando della Guil. La Guil... questo nome che da caoista impreparato non aveva significati, ora inizia ad essere accostato a mille aggettivi. In realtà sono i Mariachi a farmi un po’ di terrore e per tranquillizzarmi li seguo in una gitarella a Mont-Dauphin. Nel pomeriggio l’attesa discesa. Il ritrovo è ai Salti Francesi dove ci attendono "quelli tosti" che al mattino si sono fatti le gole dell’Angelo Guardiano. I Salti mostrano le loro insidie (praticabili solo il 2° e 3°) ma hanno un che di vanitoso. Si lasciano guardare in tutto il loro fascino e diventano un’ottima passarella per "quelli bravi". Scendono Max, Franz, Vit, romani e milanesi. Tutti senza problemi (almeno i nostri!). E’ il momento! Il livello non è alto ed i sassi affiorano aumentando le insidie. Il mio obiettivo è seguire una buona linea... e di nuovo è quella del Conte! Passaggi stretti, qualche piccolo salto, tratti scesi all’indietro e gli immancabili due "sani" bagni! Ci sono canoisti in ogni angolo ma mi conforta vedere che il fiume presenta insidie non solo per me. "Schiaccia quei sassi!" mi ripetono (e mi ripeto). Trasbordo un passaggio e per un momento faccio da spettatore. Discuto di linee e di pance immaginando come sarei sceso. Ma leggere il fiume non è così semplice e quelli che mi sembrano andare bene finiscono a bagno o addirittura rompono la pagaia!!! La Guil lascia il segno. O meglio, forse inizio ad accusare i ritmi del raduno. Martedì è previsto un corso di sicurezza in fiume ma io ho passato una notte insonne ed il mal di stomaco non mi fa mangiare! Sono uno straccio... mi aggiro per il campeggio come uno zombie e finisco per dormire sotto una pianta in riva al lago. La mia tenda sotto il sole non si affronta. L’unico sforzo che riesco a fare è raggiungere il campo slalom di

Saint-Clemènt per immortalare qualche lancio di "Cordaaaa!!!". La giornata di riposo mi giova e mercoledì si torna a Saint-Clemènt con Stick, Maria, Franz e Vit. Questa volta però è il momento di giocare un po’ con le onde! Il giovedì parte pieno di speranze. Con Monica e Franz decidiamo di seguire un gruppo di romani verso la Romanche. Appuntamento alle 10:30. Così alle 10:10, mentre io e Franz carichiamo la macchina, vediamo l’allegra compagnia lasciare il campeggio. Ci mettiamo all’inseguimento e li raggiungiamo al Col du Lautaret. "Aò, i programmi sò cambiati!". Infatti la destinazione non è più la Romanche ma il "vicino" Vénéon. "Na mezzoretta da qua ed è pure più facile". Più o meno. Due ore e mezza dal campeggio ed arriviamo a destinazione. Nessuno conosce il fiume, uno di loro dice di averlo fatto sette anni fa, insomma, una garanzia! Il Vénéon si presenta come un IV grado continuo ed un complicato sbarco prima di un tratto di gole. Io e Monica ci tiriamo indietro ma seguiamo da vicino le avventure dei presenti. Anche i leoni hanno caro il loro pelo! Il bilancio vede 2,5 km di fiume discesi, due canoisti a bagno e sbarcati immediatamente, altri due a bagno poco dopo con le canoe che scendono liberamente fino (e oltre) lo sbarco! "Aò, è ’annata bene!", eccerto! Comunque la citazione della gionata la fa Monica: "Gruppi e buoi dei paesi tuoi"! Si arriva a Venerdì ed è il momento della Guisanne con Jimmy, le Pitonesse, i Vecchi ed il buon Toselli. Il tratto alto non presenta problemi ma poi il fiume diventa di IV e per me c’è lo sbarco. Ultimo giorno tranquillo? Macchè! Non paghi di quanto fatto con Angela e Monica decidiamo di ripresentarci sulle onde de l’Argentiere. Insomma, una vera e propria lezione sulle orme di una slalomista... non adatto ai polentoni della canoa!

C’è ancora tempo per un ultimo assaggio dell’acqua. Sabato mattina è il pagaia-day ed alle 8 mi metto a provare pezzi dell’artiglieria di Salvato. Ed, ahimè, gli lascio pure 150€! Il tempo si ingrigisce; è un buon momento per partire. Smonto la tenda, un giro ad Embrun e giù il diluvio! Apro una parentesi sul cibo. A parte le mie scatolette di lenticchie e frutta sciroppata meritano di essere citati: le paste di Maria e Stick, i pancake di Jimmy, i quatre quarts dell’Alessia, la tartiflette (e la variante tartibier) del ristorante ma, soprattutto, l’indimenticabile riso-e-fagioli-a-colazione di Vit! Che dire? Una vacanza davvero entusiasmante, un’occasione per allargare gli orizzonti canoistici e condividere nuove esperienze ma, più importante, un bellissimo momento per conoscere i tuoi compagni di avventura e fare gruppo!! Grazie a tutti!!

Marco B.


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